comportamenti sessuali atipici

La questione delle parafilie, ovvero dei comportamenti sessuali atipici, ancora oggi è un argomento oggetto di ampio dibattito in ambito psicologico, specialmente a causa dell’influenza di fattori storici e culturali. Ma cosa si intende per comportamenti sessuali atipici? In quali circostanze sarebbe consigliabile ricorrere a un aiuto psicoterapeutico?

Comportamento sessuale atipico: la Parafilia

Una volta erano chiamate “perversioni sessuali“, oggi gli psicologi e specialisti del settore utilizzano il termine “parafilie” per descrivere tutti quegli interessi e pratiche erotiche considerate atipiche. La parola deriva dal greco “para” (attorno) e “filia” (amore) e descrive impulsi, fantasie o comportamenti sessuali intensi e ricorrenti che coinvolgono oggetti, attività o situazioni insolite, distanti da quelli generalmente considerati comuni nella pratica sessuale.

I comportamenti sessuali atipici quindi si riferiscono a una serie di preferenze e attività sessuali che possono essere considerate fuori dagli schemi tradizionali o convenzionali. Questi comportamenti possono coinvolgere aspetti come il feticismo, il BDSM (Bondage, Discipline, Dominanza, Sottomissione, Sadismo, Masochismo), il poliamore, lo scambio di coppia, la sessualità non monogama e molte altre forme di espressione sessuale che si discostano dalla norma sociale.

Le parafilie sono fenomeni clinici e sessuali che coinvolgono fantasie, comportamenti e impulsi intensi e ripetuti, caratterizzati da un interesse sessuale diverso dalla stimolazione genitale o dai preliminari sessuali con partner umani fisicamente maturi e consenzienti. Ci sono due caratteristiche fondamentali per identificare una parafilia: la ricorrenza dell’eccitazione sessuale e il fatto che questa è considerata atipica. Tuttavia, quest’ultimo aspetto suscita diverse critiche poiché è strettamente legato a una prospettiva occidentale della sessualità, senza tener conto delle diverse culture e delle variazioni temporali che ne caratterizzano l’espressione.

Alcune parafilie si concentrano principalmente sulle attività sessuali svolte dall’individuo, come ad esempio l’interesse per il bondage, mentre altre sono incentrate principalmente sugli oggetti verso cui si rivolge l’attività sessuale, come ad esempio l’interesse predominante verso bambini o animali.

La parafilia in sé non è considerata automaticamente un disturbo e potrebbe non richiedere un intervento specifico. Secondo il DSM-5, viene diagnosticata solo quando provoca disagio o compromette il funzionamento o la vita quotidiana dell’individuo e può causare danni a se stesso o agli altri.

La presenza di una parafilia rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente per considerarla un disturbo. Nel DSM-5, le principali categorie cliniche delle parafilie includono:

  1. Il disturbo esibizionistico si caratterizza per la presenza di eccitazione sessuale derivante da fantasie o comportamenti che riguardano l’esposizione dei propri genitali verso le persone non consenzienti. La diagnosi viene stabilita quando l’individuo mette in atto tali impulsi con persone non consenzienti oppure se tali comportamenti causano disagio o compromissione nell’individuo stesso.
  2. Il disturbo voyeuristico si manifesta quando una persona prova eccitazione sessuale da fantasie, pensieri o comportamenti correlati all’osservare una persona nuda, che si sta spogliando o che è coinvolta in attività sessuali, senza che questa sia consapevole o consenziente, e senza che ciò provochi disagio alla persona osservata.
  3. Il disturbo frotteuristico si caratterizza per l’eccitazione sessuale che una persona prova nei confronti di fantasie, desideri o comportamenti legati allo strofinarsi contro una persona non consenziente.
  4. Il disturbo da masochismo sessuale si manifesta quando una persona prova eccitazione attraverso pensieri o comportamenti relativi a subire umiliazioni, essere legata o sperimentare violenze fisiche, con conseguente disagio o compromissione per la persona coinvolta.
  5. Il disturbo da sadismo sessuale si manifesta quando una persona sperimenta eccitazione e piacere sessuale attraverso pensieri o comportamenti che coinvolgono l’infliggere, senza consenso, umiliazioni, percosse o violenze fisiche o psicologiche al partner.
  6. Il disturbo pedofilico si caratterizza per il fatto che una persona trae eccitazione e piacere sessuali da pensieri, desideri o comportamenti che riguardano attività sessuali con bambini prepuberi, cioè con un’età inferiore ai 13 anni. La diagnosi viene effettuata quando il soggetto ha raggiunto almeno i 16 anni e presenta almeno 5 anni di differenza rispetto alla vittima.
  7. Il disturbo feticistico si manifesta quando una persona prova eccitazione sessuale attraverso pensieri o comportamenti che riguardano oggetti inanimati, come capi di abbigliamento, o mostra interesse verso una o più parti del corpo non genitali, come ad esempio i piedi.
  8. Il disturbo da travestitismo si caratterizza per il fatto che una persona prova eccitazione sessuale attraverso fantasie, desideri o comportamenti legati al travestirsi, di solito indossando abiti tipici del sesso opposto, all’interno di una relazione eterosessuale.

Il trattamento dei disturbi Parafilici è estremamente complesso e richiede un approccio multifattoriale a causa della complessità intrinseca di tali disturbi.

Le cause che possono contribuire ai disturbi parafilici sono molteplici, inclusi fattori genetici, neurobiologici, ambientali e relazionali che la persona ha sperimentato nel corso della sua vita e nelle relazioni significative. Inoltre, questi disturbi sono spesso accompagnati da un forte stigma sociale, e la mancanza di motivazione o di un’adeguata alleanza terapeutica da parte del paziente può rappresentare ulteriori sfide nel percorso di trattamento.

L’intervento con questi pazienti richiede un approccio integrato che combina la psicoterapia, di solito di orientamento cognitivo-comportamentale, e il trattamento farmacologico.